domenica 15 maggio 2016

Le madri snaturate vaccinano i propri figli.

Visto che il post precedente ha raccolto fin troppi consensi (grazie!) questa settimana cerco di recuperare la mia quota di odio e insulti. C'è un argomento che, quando ho inziato questo blog, sapevo che avrei dovuto trattare, peccato che il solo pensiero mi faccia venire l'orticaria: si tratta dell'argomento vaccini.

Prima di tutto, però
DISCLAIMER

in questo articolo parlo del calendario vaccinale infantile e cioè dell'esavalente (poliomielite, difterite, tetano, pertosse, epatite, emofilo), del pneumococco, del meningococco B, A,C,W e Y e del tetravalente (morbillo, parotite, rosolia, varicella). Non parlo quindi dei vaccini anti influenzali, del papillomavirus, del rotavirus e di tutti i vaccini "per adulti" (su alcuni di questi vaccini ci sono riserve anche da parte della comunità scientifica).

Ora, io su questo argomento ho un pensiero variabile e sfaccettato, che non è riassumibile in poche righe. Ah no, aspetta, forse sì:

VACCINATE I VOSTRI FIGLI.

Lo so, lo so. Quando vi arriva a casa la fatidica lettera che dice di presentarsi all'ambulatorio dell'ASL il giorno tale all'ora tale, tutti ci facciamo prendere dal panico. Pure io ho vacillato, nonostante le mie ferme convinzioni. Quel cosino piccino e inerme che stringiamo tra le braccia ci sembra ancora più piccino ed inerme, e l'idea di iniettargli torme di virus e batteri cattivissimi e potenzialmente mortali non ci sconfinfera proprio. L'istinto di protezione nei confronti della Creatura è potente e se anche solo osiamo digitare la parola "vaccini" su Google ci verrà fuori una caterva di siti antivaccinisti che predicono le peggio cose se permetteremo all'ago fatale di sfiorare la pelle dei nostri figlioli.

Ora, permettetemi di condensare una storia lunga e complicata in poche righe, esattamente come ho fatto prima con il mio pensiero.

Fino al 1998 nessuno si era messo in testa di contestare l'efficacia dei vaccini. E perché? Perché i vaccini salvavano la vita alla gente, era sotto gli occhi di tutti. La poliomielite, la difterite, la pertosse, il tifo erano ancora belli vivi e presenti nella mente della gente. Poi arrivò un piciu. Il nome di questo piciu era (anzi, è) Andrew Wakefield. Il simpatico Sig. Wakefield ebbe la bellissima idea di pubblicare uno studio sulla rivista Lancet (una rivista scientifica molto quotata) che sosteneva ci fosse una correlazione tra la somministrazione del vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite e rosolia) e la comparsa dell'autismo (e di altre cose, ma fermiamoci all'autismo). Ora, se l'avesse sostenuto solo su Lancet, le sue parole sarebbero rimaste all'interno della comunità scientifica abbastanza a lungo da non fare danni. Sì, voglio dire, chi è che legge Lancet la domenica mattina sulla tazza? Ecco, ci siamo capiti. Invece il simpaticissimo ebbe anche l'idea di convocare una conferenza stampa e dire che il trivalente causava l'autismo. Apriti cielo. La percentuale di bambini vaccinati crollò di colpo quell'anno e gli anni a venire. Nel frattempo venne fuori che non solo il simpaticissimo aveva preso dei soldi (tanti soldi) per dire che il trivalente causava l'autismo, aveva anche brevettato una propria versione singola dei tre vaccini per lucrare sulla pelle di quelli che, spaventati, non avrebbero più voluto usare il MPR.

Insomma, la sua idea non era scoraggiare la gente ad usare i vaccini, anzi. Proprio perchè i vaccini funzionano, e anche lui lo sapeva, l'idea era di scoraggiare la gente ad usare il trivalente e arricchirsi vendendo i vaccini singoli. Peccato che la sua sfolgorante idea gli si sia ritorta contro, perchè la gente, spaventata, smise semplicemente di vaccinare i propri figli. Risultato? Nel 2013 in Gran Bretagna hanno fronteggiato la prima epidemia di morbillo da quando era stato introdotto il vaccino.

Nel frattempo il suo studio è stato screditato (nessuno è mai riuscito a replicarne i risultati, il che è fondamentale in qualsiasi studio scientifico ben fatto), la rivista Lancet l'ha ritirato (cosa che succede in pochi, gravissimi casi) e lui è stato radiato dall'albo. L'ho detto che è un piciu, no?

Ormai, purtroppo, il danno era stato fatto. La gente cominciò a dubitare dei vaccini e, naturalmente, venne fuori che i vaccini avevano degli effetti collaterali. Ovvio, verrebbe da dire: si tratta pur sempre di virus e batteri, anche se attenuati o morti, e grazie a Dio il nostro organismo reagisce e si difende.

SPOILER ALERT: E' PROPRIO QUESTO IL CONCETTO DEL VACCINO! Costringere il nostro organismo a reagire e a difendersi. Per quello è strano se a un bambino NON viene la febbre dopo il secondo vaccino!

Con questo non dico che bisogna vaccinare acriticamente i propri figli: leggete, per carità, informatevi, valutate, ponderate, pensate. Ma fatelo affidandovi a fonti sicure e scientificamente rilevanti, non dando ascolto a quelli che "al figlio di un mio amico è successo che..." Quella si chiama aneddotica, e non è scienza.

Su Un Pediatra Per Amico è uscito un bellissimo speciale sui vaccini proprio sul numero 1 del 2016 e se avete modo di reperirne una copia fatelo. Cito a caso dalla tabella riassuntiva:

ANTIPERTOSSE: massima incidenza nei primi 5 anni di vita; 7.000 casi all'anno prima della vaccinazione di massa, 800 dopo; nel primo anno di vita, mortalità di 300 bambini su 100.000; effetti collaterali del vaccino: pianto inconsolabile, febbre, sonnolenza, dolore e gonfiore nella sede dell'iniezione.

300 bambini su 100.000 muoiono. Febbre, sonnolenza, pianto, dolore e gonfiore? Sì, grazie!

ANTIMORBILLO: polmonite 1 bambino su 20, encefalite 1 bambino su 2.000, morte da 30 a 100 bambini su 100.000. Effetti collaterali: febbre subito ed entro 10 giorni, eruzione cutanea, mal di testa, vomito, malessere, dolori articolari.

Encefalite 1 su 2.000? Morte 30-100 su 100.000? Credo che mio figlio mi perdonerà un po' di vomito e di mal di testa.

E per tutti quelli che rimangono convinti che il vaccino possa causare l'autismo... vi capisco. Essendo una madre snaturata, già quando ero incinta ero terrorizzata all'idea che mio figlio potesse nascere autistico, o con qualche altro problema mentale. La disabilità fisica posso reggerla, quella sensoriale è storia di tutti i giorni e non mi fa paura, ma la disabilità mentale mi destabilizza, in special modo i disordini di spettro autistico. Per questo mio marito, che non ne poteva più di vedermi in ansia, mi ha letto quali sono i segnali di allarme a cui fare attenzione quando i bambini sono piccoli. Eh sì, perchè la maggior parte dei disordini di spettro autistico vengono diagnosticati tardissimo, intorno ai 4 anni, perchè nella maggior parte dei casi i genitori semplicemente non sanno quali sono i segnali precoci dell'autismo e si rendono conto che "qualcosa non va" solo molto tardi.

Quindi prendete nota: il vostro bambino potrebbe essere autistico se dimostra tutti o alcuni di questi sintomi:

Difficoltà ad instaurare contatto oculare;
Assenza di risposta al sorriso sociale;
Assenza di risposte di orientamento a stimoli sonori o al proprio nome, anche se pronunciato da persone famigliari;
Difficoltà a seguire con lo sguardo oggetti in movimento;
Assenza di gesti comunicativi come indicare, salutare con la mano ecc..;
Difficoltà a seguire con lo sguardo il movimento di indicare delle altre persone;
Assenza di comportamenti appropriati per richiamare l’attenzione degli altri;
Difficoltà a esternare manifestazioni di affetto o a riceverle da altre persone;
Assenza del comportamento di allungarsi per essere preso in braccio;
Assenza del comportamento imitativo;
Difficoltà a mettere in atto giochi con altri bambini;
Difficoltà a richiedere aiuto o oggetti/attività desiderati.

E ora via ai commenti! Il primo lo scrivo io: "Bello il tuo post, però i vaccini causano veramente l'autismo, perchè al gatto del cugino del cognato del parrucchiere di mio nipote..."

PS Se volete approfondire su un sito serio e non su un blog di baggianate come il mio:
http://medbunker.blogspot.it/p/lista-dei-post.html

domenica 1 maggio 2016

(Non) lettera alla mia (non) futura nuora.

In tanti hanno risposto alla "Lettera alla mia futura nuora" che gira su Facebook da qualche tempo, ma visto che sta ancora mietendo vittime, nonostante la stessa autrice abbia fatto retromarcia ho pensato di dare il mio personale contributo. Se non sapete di cosa sto parlando, tiè: divertitevi.

Quindi, cara "futura nuora", sono anch'io una "mamma di maschio", come si firma l'autrice della lettera incriminata. Al contrario suo, però, io sono felice di aver avuto un figlio maschio. Oddio, sarei stata felice anche di avere una figlia femmina, ma non è questo il punto: il punto è che non avevo una "lista di nomi femminili infinita", avevo un nome per una femmina e uno per un maschio e quando tutti mi chiedevano "preferisci un maschio o una femmina?" io facevo spallucce. Per me la cosa più importante era che mio figlio/a fosse sano/a. Che può sembrare una risposta paracula, ma era la vera verità. Altro che "tanto è femmina, me lo sento!". Brava, facciamolo sentire subito in colpa 'sto creaturo. Neanche il genere giusto è stato in grado di azzeccare. Appena nato, già sbagliato. Povero figlio.

Non ho mai pensato che avere un figlio maschio mi inserisse automaticamente nella odiatissima categoria delle suocere. Non perchè voglio salire in cattedra e dire "io non sarò come le altre suocere", ma perchè a) è un pensiero che mi proietta in un futuro troppo anteriore e b) perchè dà per scontato un po' troppe cose. Insomma, già faccio fatica a pensare a quando mio figlio farà l'asilo, figurati se ho voglia di mettermi a pensare a quando si sposerà. E poi, giusto per mettere DUE ASPETTATIVE DUE sulle spalle della Creatura, sto già presupponendo che: a) si voglia sposare, b) si sposi, c) sia un matrimonio eterosessuale. Per carità, spero di cuore che se e quando mio figlio si vorrà sposare il mondo sia già ad un punto in cui nessuno gli faccia storie su chi vuole sposare, ma se invece di una nuora ti toccasse un genero? Ci hai pensato, cara la mia mamma di maschio?

Vogliamo parlare dello shopping? No, non parliamone, va'. Diciamo solo che io, da brava mamma di maschio, sono ben felice di poter correre al supermercato, tirar su di corsa due pantaloni e due magliette, superare di corsa la fila di mamme che stanno discutendo se la loro figlioletta stia meglio in rosa confetto o in fucsia, pagare (di meno, perchè i vestiti più sono semplici e meno costano) e tornare a casa da mio figlio a giocare a fare i travasi con la farina. E più ci sporchiamo, meglio è.

Le ho viste, ai giardinetti, quelle povere bimbe (ma anche bimbi, diciamoci la verità) impupazzate in quei costosissimi micro-vestitini per adulti che non si possono muovere, correre, saltare, insomma, non possono fare niente altrimenti sudano e si sporcano. Poverine. Ma questo per me non cambierebbe neanche se avessi una figlia femmina: ho fior fiore di amiche che da piccole correvano, giocavano e si sporcavano come e quanto i loro coetanei maschi e sono venute su benissimo. E, solo per accennare l'argomento bambole, io da piccola le buttavo giù dal balcone in giardino e facevo finta che fossero le vittime di un incidente aereo. Per dire. E l'ultima volta che ho controllato i cromosomi X ce li avevo al posto giusto.

E poi, cara la mia mamma di maschio, solo per precisare: le lotte tra Spiderman e l'uomo d'acciaio nun se po' senti'. O dici Uomo Ragno e Uomo d'Acciaio o dici Spiderman e Iron Man, e da qui si capisce che non sei veramente mamma di maschio, perchè i bambini su certe cose sanno essere pignoli che neanche il tizio dei documentari che divide a mano le foglioline di té verdi da quelle nere.

La verità è che ha ragione Elena Gianini Belotti: ci sono più differenze all'interno dello stesso genere (cioè tra maschi e maschi o tra femmine e femmine) che non tra i due generi. Esistono maschietti dolci, teneri, emotivi e coccoloni ("femminili") e femminucce toste, volitive, forti e indipendenti ("maschili"). Solo che non si conformano agli stereotipi di genere, e quindi vengono cazziati finché non lo fanno. Poveri figli.

(Nota: se non conoscete Elena Gianini Belotti e siete mamme, non importa se di maschi o di femmine, leggetevi "Dalla parte delle bambine", che è una pietra miliare).

Ma entriamo nel vivo, cara la mia "futura nuora", vuoi? Io non crescerò mio figlio perchè "ti aiuti in casa", crescerò un uomo che sappia prendersi le proprie responsabilità e condividere con chiunque gli tocchi in sorte il lavoro domestico. "Che ti aiuti" dà per scontato che "la casa" sia una tua responsabilità e che lui sia tanto bravo e tanto dolce a darti una mano, a te che poveretta sei un'incapace e non riesci a fare tutto da sola (sottinteso, mica come me...). No cara nuora, su questo siamo dallo stesso lato: ad ognuno la sua parte, sempre e comunque. E cazzialo quando non fa il suo, mi raccomando.

Crescerò un figlio che la parmigiana se la saprà fare da solo, altro che "come la mia non ce ne sono". Che se ad una certa mi chiederà ancora di cucinare, lavare e stirare per lui verrà accolto a calci nel sedere. E non preoccuparti, non lo chiamerò tutti i giorni, e neanche farò una di quelle robe tipo chiamare te per chiedere se lui ha mangiato, si è vestito, si è lavato il sedere. Non sarò una di quelle mamme che pretenderà di sapere sempre quali sono i suoi gusti, perchè so perfettamente che i gusti con il tempo cambiano e non è detto che se a sei anni gli piacevano gli spaghetti con la peperonata gli piaceranno ancora a trent'anni (che tanto lo so che li mangerà per farmi contenta e poi si lamenterà con te dicendo che tanto sua mamma è fatta così...)

Non pretenderò da te una riconoscenza che non mi spetta... perchè se è vero che quel figlio io l'ho generato, è anche vero che non mi appartiene e io non sono stata l'unica influenza sulla sua esistenza: se sarà diventato un uomo meraviglioso sarà merito anche e soprattutto di suo padre, dei suoi insegnanti, dei suoi modelli di riferimento e di chi per essi.

E poi, cara nuora, non ti tratterò mai, mai, mai e poi mai come una figlia. Perchè tu la mamma ce l'hai, e grazie al cielo di mamma ce n'è una sola. Perchè essere mamme non vuol dire essere automaticamente le migliori del mondo, anzi... vuol solo dire vivere alla giornata e sperare di non fare troppi danni!

Con affetto, una mamma che ha fatto del suo meglio.